Una recente pronuncia del Tribunale amministrativo per la regione Sardegna ha avuto come oggetto di esame un ricorso avverso il diniego opposto dall'INPS di accesso ai documenti contributivi e alle dichiarazioni relative ai redditi prodotti al fine di richiedere l’esonero dall'erogazione del contributo economico per il mantenimento di un minore.

Tutela dei consumatori - Condizioni contrattuali - Sottoscrizione di proposte di quote di proprietà indivisa di proprietà alberghiera con contestuale versamento di un acconto sul prezzo complessivo pattuito e accettazione della società venditrice - Istanza di accertamento dell'intervenuta risoluzione consensuale dei preliminari stipulati o, in subordine, la declaratoria di nullità o annullamento degli stessi, con condanna della parte convenuta alla restituzione degli acconti ed al risarcimento del danno - Accoglimento - Dichiarata la nullità dei contratti preliminari per la violazione del D.Lgs. n. 427/1998, artt. 2 e 3, riguardanti l'obbligatorietà della descrizione, nei contratti di vendita di quote indivise multiproprietà, dell'immobile e dei servizi comuni forniti - Appello - Accoglimento - Dichiarati risolti i contratti preliminari - Ricorso principale e ricorso incidentale - Accoglimento del motivo di ricorso incidentale afferente alla nullità dei contratti preliminari per radicale indeterminatezza e indeterminabilità dell'oggetto del contratto ex artt. 1346 e 1418 cod. civ..

In una causa giuslavoristica recentemente decisa, la Cassazione ha definito la portata dei controlli datoriali svolti a mezzo di agenzia investigativa, ritenendo gli stessi legittimi ove finalizzati a verificare comportamenti che possano configurare ipotesi penalmente rilevanti od integrare attività fraudolente, fonti di danno per il datore medesimo, e purché non abbiano ad oggetto l'adempimento della prestazione lavorativa. Nel caso sottoposto al giudizio della Corte è stato di primario interesse determinare se la condotta di un lavoratore aziendale che tramite sistema informatico trasmetteva al datore di lavoro dati falsi inerenti alla propria prestazione lavorativa potesse integrare il reato di truffa e quindi legittimare un controllo datoriale a mezzo di indagini investigative.

La seguente rassegna propone una selezione di notizie, provvedimenti o altri documenti pubblicati recentemente dalle Data Protection Authorities (DPA) dell'Europa, consentendo di approfondire l'argomento trattato mediante rinvio al testo di riferimento:

di Fabio Bifarini Con la sentenza nella causa T-590/20, il Tribunale dell'Unione europea (il Tribunale) ha respinto l'appello proposto da Clariant AG e Clariant International AG (Clariant) nei confronti della decisione della Commissione europea (la Commissione ) che l 'aveva sanzionata, insieme ad altre 2 società (collettivamente, le Società ), per una violazione dell'art. 101 TFUE, volta alla fissazione del prezzo di acquisto della componente chimica dell'etilene (la Decisione).

Trattamento dei dati personali - Domanda avanzata da società organizzatrice di eventi pubblici e privati e conduttrice di complesso immobiliare per ottenere il risarcimento dei danni derivanti da condotte emulative poste in essere da comproprietaria di immobile limitrofo - Subito un danno all’immagine e un danno morale, per l’illecito compiuto dalla convenuta, con riferimento alla violazione della privacy, con scatto di fotografie agli ospiti dell'evento allestito all’interno della proprietà, tale da integrare l’illecito di cui all’art. 615 bis c.p. (Interferenze illecite nella vita privata), oltre che danni conseguenti all’aver impedito a terzi l’accesso alla proprietà, tale da integrare la fattispecie di cui all’art. 610 c.p. (Violenza privata) - Accoglimento parziale - Appello - Rigetto - Ricorso - Violazione e falsa applicazione dell'art. 1226 cod. civ. in ordine al riconoscimento ed alla liquidazione in via equitativa del danno non patrimoniale - Fondatezza - Mancata indicazione in appello di un parametro, oggettivo, certo e verificabile ai fini della liquidazione dell'accertato danno non patrimoniale.

Per non aver protetto adeguatamente da attacchi hacker i dati personali e i dati sanitari di 842.000 tra assistiti e dipendenti, l'Azienda sanitaria Napoli 3 Sud dovrà pagare una sanzione di 30.000 euro.