• Tutela dei consumatori - Contratti a distanza e fuori dai locali commerciali -Commercio

2 aprile 2019

E' possibile esercitare il diritto di recesso nel caso di un materasso acquistato online la cui protezione è stata rimossa dopo la consegna?

Il diritto di recesso dei consumatori in caso di acquisto online è applicabile ad un materasso la cui pellicola protettiva è stata rimossa dopo la consegna. Come nel caso di un indumento, si può presumere che il professionista, mediante una pulitura o una disinfezione, sia in grado di rendere il materasso idoneo ad una nuova commercializzazione, senza compromettere le esigenze di protezione della salute o igieniche.

A tali conclusioni è giunta la Corte di Giustizia dell'Unione Europea con la sentenza del 27 marzo 2019 (causa C-681/17), nella quale si è pronunciata in ordine alla domanda proposta dal Bundesgerichtshof (Corte federale di giustizia, Germania) vertente sull’interpretazione dell’articolo 6, paragrafo 1, lettera k), e dell’articolo 16, lettera e), della direttiva n. 2011/83/UE, che riguardano la limitazione del diritto di recesso di cui un consumatore beneficia in linea di principio quando conclude un contratto a distanza.

La domanda di pronuncia pregiudiziale è stata presentata nell’ambito di una controversia relativa all’esercizio del diritto di recesso da parte di un consumatore che ha acquistato un materasso su un sito Internet e ha voluto restituire tale bene dopo aver rimosso la pellicola protettiva che lo aveva ricoperto al momento della sua consegna.

La Corte di Giustizia è stata chiamata a dichiarare se l’articolo 16, lettera e), della direttiva n. 2011/83 debba essere interpretato nel senso che l’eccezione al diritto di recesso prevista da tale disposizione, relativa ai «beni sigillati che non si prestano ad essere restituiti per motivi igienici o connessi alla protezione della salute», comprende beni che - come i materassi - possono entrare in contatto diretto con il corpo umano durante il loro utilizzo, ma possono nondimeno essere resi nuovamente commerciabili mediante un’adeguata pulitura. 

La slewo // schlafen leben wohnen GmbH è un’impresa di vendita online che commercializza, in particolare, materassi.

Il 25 novembre 2014, il sig. Sascha Ledowski ha ordinato un materasso, a fini privati, sul sito Internet della slewo. Le condizioni generali di vendita riprodotte sulla fattura ricevuta contenevano un’«informativa sul recesso dei consumatori» così formulata: «I costi della restituzione dei beni saranno a nostro carico. (…) Nei seguenti casi il diritto di recesso si estingue anticipatamente: contratti di fornitura di beni sigillati che non si prestano ad essere restituiti per motivi igienici o connessi alla protezione della salute se sono stati aperti dopo la consegna». Al momento della consegna, il materasso era rivestito di una pellicola protettiva, che il sig. Ledowski ha successivamente rimosso.

Con messaggio di posta elettronica del 9 dicembre 2014, il sig. Ledowski ha informato la slewo della propria intenzione di restituire il materasso in questione e ha chiesto a quest’ultima di organizzare il trasporto dello stesso. Poiché la sua richiesta non è stata soddisfatta, egli si è fatto carico dei costi relativi a tale trasporto.

Il sig. Ledowski ha promosso un’azione giudiziaria per ottenere dalla slewo il rimborso del prezzo di acquisto e dei costi di trasporto, vale a dire un importo totale di euro 1.190,11, oltre agli interessi e alle spese legali stragiudiziali.

Tale domanda è stata accolta con sentenza emessa il 26 novembre 2015 dall’Amtsgericht Mainz (Tribunale circoscrizionale di Magonza, Germania). Detta sentenza è stata confermata in appello il 10 agosto 2016 dal Landgericht Mainz (Tribunale del Land di Magonza), con la motivazione che un materasso non costituisce un bene a carattere igienico e che il consumatore disponeva, quindi, del diritto di recesso anche dopo aver rimosso la pellicola protettiva.

Adito con un ricorso dalla slewo, il Bundesgerichtshof (Corte federale di giustizia) ha considerato che l’esito della controversia principale dipendeva dall’interpretazione delle disposizioni di cui all’articolo 6, paragrafo 1, lettera k), e all’articolo 16, lettera e), della direttiva n. 2011/83. Con sentenza del 15 novembre 2017, tale organo giurisdizionale ha così deciso di sospendere il procedimento e di sottoporre alla Corte  di Giustizia dell'Unione Europea le seguenti questioni pregiudiziali:

«1) Se l’articolo 16, lettera e, della direttiva n. 2011/83 debba essere interpretato nel senso di ricomprendere, tra i beni ivi menzionati che non si prestano ad essere restituiti per motivi igienici o connessi alla protezione della salute, anche quei prodotti (quali, ad esempio, i materassi) i quali, se è pur vero che, in caso di uso conforme, possono venire a contatto diretto con il corpo umano, per mezzo di adeguate misure (di pulitura) da parte del professionista possono essere resi nuovamente commercializzabili.

2) In caso di risposta affermativa alla prima questione:

a) Quali siano i requisiti cui l’imballaggio di un bene deve rispondere affinché si possa parlare di sigillatura ai sensi dell’articolo 16, lettera e, della direttiva n. 2011/83.

e

b) Se le informazioni che il professionista deve fornire ai sensi dell’articolo 6, paragrafo 1, lettera k, della direttiva n. 2011/83 debbano essere comunicate in modo tale da rendere edotto il consumatore, con riferimento specifico al bene oggetto di compravendita (nel caso di specie: un materasso) e alla sigillatura applicata, che in caso di apertura questi decaderà dal diritto di recesso».

Con la sentenza in esame, la Corte di Giustizia risponde in senso negativo dichiarando quanto segue: 

L’articolo 16, lettera e), della direttiva n. 2011/83/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 ottobre 2011, sui diritti dei consumatori, recante modifica della direttiva n. 93/13/CEE del Consiglio e della direttiva n. 1999/44/CE del Parlamento europeo e del Consiglio e che abroga la direttiva n. 85/577/CEE del Consiglio e la direttiva n. 97/7/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, deve essere interpretato nel senso che non rientra nella nozione di «beni sigillati che non si prestano ad essere restituiti per motivi igienici o connessi alla protezione della salute e sono stati aperti dopo la consegna», ai sensi di tale disposizione, un bene come un materasso, la cui protezione è stata rimossa dal consumatore dopo la consegna dello stesso.

Di conseguenza, la rimozione, da parte del consumatore, della pellicola protettiva da un materasso acquistato su Internet non impedisce al consumatore di esercitare il proprio diritto di recesso.

Nel motivare la propria decisione la Corte ricorda che il diritto di recesso è finalizzato a tutelare il consumatore nella particolare situazione di una vendita a distanza, in cui egli non ha la possibilità di visionare il bene prima della conclusione del contratto. Si presume, pertanto, che tale diritto compensi lo svantaggio che risulta per il consumatore da un contratto a distanza, accordandogli un termine di riflessione appropriato durante il quale egli ha la possibilità di esaminare e testare il bene acquistato nella misura necessaria per stabilire la natura, le caratteristiche e il funzionamento dello stesso. Per quanto riguarda l’esclusione di cui trattasi, è la natura di un bene che può giustificare la sigillatura del suo imballaggio per motivi igienici o connessi alla protezione della salute. L’apertura dell’imballaggio di un bene del genere fa venir meno, quindi, la garanzia in termini di protezione della salute o igienici. Una volta che il consumatore ne abbia aperto l’imballaggio, il bene, non offrendo più garanzie in termini di protezione della salute o igienici, rischia di non essere più utilizzabile da un terzo, e, di conseguenza, di non poter più essere commercializzato. 

Secondo la Corte, un materasso, la cui pellicola protettiva è stata rimossa dal consumatore dopo la consegna, non rientra nell’eccezione al diritto di recesso. Infatti, da un lato, un siffatto materasso, sebbene potenzialmente sia stato utilizzato, non appare, per ciò solo, definitivamente inidoneo a un nuovo utilizzo da parte di un terzo o a una nuova commercializzazione. È sufficiente ricordare, a tale riguardo, in particolare, che uno stesso e unico materasso è utilizzato dai clienti successivi di un albergo, che esiste un mercato dei materassi usati e che materassi che siano stati utilizzati possono essere oggetto di una pulitura in profondità. Dall’altro lato, sotto il profilo del diritto di recesso, un materasso può essere equiparato ad un indumento, categoria per la quale la direttiva prevede espressamente la possibilità di restituzione dopo la prova. Una siffatta equiparazione è possibile in quanto, anche in caso di contatto diretto di tali beni con il corpo umano, si può presumere che il professionista sia in grado, dopo che siano stati restituiti dal consumatore, mediante un trattamento come la pulitura o la disinfezione, di renderli idonei a un nuovo utilizzo da parte di un terzo e, pertanto, a una nuova commercializzazione, senza compromettere le esigenze di protezione della salute o igieniche. La Corte sottolinea tuttavia che, secondo la direttiva, il consumatore è responsabile della diminuzione del valore di un bene risultante da manipolazioni diverse da quelle necessarie per stabilire la natura, le caratteristiche e il funzionamento dello stesso, senza peraltro decadere dal proprio diritto di recesso.