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8 luglio 2020

Relazione AGCOM 2020: evidente accelerazione su innovazione tecnologica, revisione dei processi aziendali e diversificazione dei modelli di business

E’ stata pubblicata il 6 luglio scorso dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM) la Relazione annuale 2020 sull’attività svolta e sui programmi di lavoro realizzati nel periodo compreso tra il 1° maggio 2019 e il 30 aprile 2020.

La Relazione 2020 offre una puntuale analisi sulle dinamiche dei mercati regolati ed un resoconto dettagliato delle attività svolte dall’AGCOM nel periodo di riferimento che in questo particolare momento storico non può non tenere conto dell’emergenza Covid-19.

A fronte di questa crisi globale che ha visto l’Italia tra i Paesi più colpiti dalla pandemia, le cui conseguenze sono ancora in divenire, l’Autorità illustra nella Relazione tutti gli interventi realizzati, anche attraverso forme di fattiva collaborazione con le altre istituzioni (Governo, Parlamento, altre Autorità, Università, Centri di ricerca) e con gli stakeholder del settore (operatori, associazioni dei consumatori, associazioni di cittadinanza attiva), per fronteggiare lo stato di emergenza con misure ad hoc in tutti i settori di propria competenza.

Il Rapporto comincia con una prefazione del Presidente dell’AGCOM, Angelo Marcello Cardani, che ripercorre le oscillazioni del quadro macro-economico generale antecedente al virus fortemente condizionato dalla crisi economica globale segnata dalla stagnazione della ricchezza e dei consumi, dall’incertezza diffusa e dalla conseguente diminuzione degli investimenti e dell’occupazione, quindi dalla flessione del potere di acquisto delle famiglie. Questi i dati registrati dall’AGCOM almeno per tutto il periodo che va dal 2009 al 2014 con un’inversione di rotta seppur modesta nel 2015, in cui si evidenzia una lieve ripresa.

Successivamente argomento centrale della trattazione diventa la grande sfida per l’economia nazionale e mondiale costituita dagli effetti destabilizzanti generati dall’emergenza sanitaria del Covid-19, a cui la Relazione dedica un approfondimento con un inserto di 98 pagine titolato "Le Comunicazioni 2020. L'impatto del coronavirus nei settori regolati" .

Di seguito un'analisi sintetica di tutti i dati rilevanti registrati nella Relazione 2020 dell’AGCOM.

Il valore complessivo dei mercati regolati dall’Autorità nel 2019 risulta essere di circa 52,3 miliardi di euro, con una flessione su base annua del 2,8% rispetto all’anno precedente, tornando sostanzialmente ai valori registrati nel 2015. Nelle telecomunicazioni la progressiva diffusione degli accessi broadband e ultrabroadband determina una contenuta flessione dei ricavi della rete fissa, pari all’1,7% su base annua, che, rispetto al 2015, permette di registrare un lieve aumento (+0,6%).

Al riguardo, occorre rilevare come le misure di contenimento della diffusione del virus hanno avuto ripercussioni significative sulla domanda dei servizi basati sugli accessi in parola, ponendo le basi per una previsione in senso migliorativo dei ricavi nel prossimo futuro. Con riferimento al comparto della rete mobile, la riduzione dei ricavi è decisamente più marcata, pari al 7,3% su base annuale, e con un trend complessivo ancora peggiore, che vede la riduzione aumentare al 13,1% se si considera l’arco temporale 2015-2019.

Nei singoli mercati dei media si registrano andamenti disomogenei in misura talvolta rilevante. La televisione a pagamento, che ha dovuto confrontarsi con la progressiva diffusione di contenuti a pagamento via web, ha registrato nell’ultimo anno una flessione consistente dei ricavi, pari al 6,7%, tornando ai valori del 2015. La televisione in chiaro ha subito una flessione meno accentuata nell’ultimo anno, pari all’1,9%, mentre il trend degli anni 2015-2019 è in aumento del 4,1%.

Anche in questo caso, ovviamente, la situazione emergenziale ha avuto – e avrà – implicazioni rilevanti, ma, a differenza della telefonia fissa, l’impatto sarà negativo, a causa delle ripercussioni registrate sul settore pubblicitario. La radio, in netta controtendenza, ha visto aumentare i ricavi del 1,7% nell’ultimo anno, in continuità con il trend positivo che ha visto i ricavi aumentare di oltre il 9% negli ultimi cinque anni.

Il settore editoriale prosegue nel proprio declino strutturale, determinato dalla riduzione delle copie vendute e degli annessi introiti pubblicitari, che hanno portato ad una ulteriore flessione dei ricavi complessivi, per i quotidiani e i periodici, di oltre il 9% su base annua e del 25,7% se si considera il periodo 2015-2019.

Alla flessione registrata dai media tradizionali si contrappone la costante crescita della raccolta pubblicitaria effettuata dalle piattaforme online. I ricavi di questo segmento sono cresciuti del 9,5% solamente nel 2019 e sono più che raddoppiati negli ultimi cinque anni, passando da 1,7 ad oltre 3,3 miliardi di euro. I dati dell’ultimo anno, in cui l’online ha superato anche la televisione come mercato pubblicitario nazionale, verranno ulteriormente influenzati, in senso positivo, dalla situazione emergenziale in corso, che ha ulteriormente incentivato il commercio elettronico.

L’e-commerce ha rivestito un ruolo determinante anche con riguardo ai dati fatti registrare dal settore postale. In tale settore, infatti, i ricavi sono cresciuti complessivamente del 3,5% lo scorso anno e del 16,3% nell’ultimo quinquennio. Ciò è dovuto al maggior utilizzo dei servizi legati al commercio elettronico, come l’attività dei corrieri espresso (+8,6% nell’anno, +45,2% nel periodo), a fronte di una costante flessione dei tradizionali servizi rientranti nel servizio universale (-7,3% nel 2019, -25,5% negli ultimi cinque anni). Anche in questo caso è già ampiamente riscontrabile un’ulteriore accentuazione del trend descritto dovuta alle misure di contrasto al Covid-19.

La spinta all’innovazione tecnologica, alla revisione dei processi aziendali e alla diversificazione dei modelli di business, che già è stata prospettata nella Relazione dell’AGCOM dell’anno scorso, ha subito un’ulteriore accelerazione quest’anno dovuta ai grandi cambiamenti che l’emergenza sanitaria ha imposto.

Gli equilibri dei mercati hanno subito profondi mutamenti a causa delle nuove abitudini di consumo e dei differenti parametri sociali che si sono affermati in questi mesi: le misure restrittive della libertà personale che hanno imposto ai cittadini di restare nelle proprie abitazioni hanno reso necessario ed indispensabile il ricorso ai servizi di comunicazione elettronica per il contatto con il mondo esterno e l’approvvigionamento di beni di prima necessità.

Nel contempo, su iniziativa del Governo stesso, le imprese del settore si sono adoperate per potenziare le infrastrutture e garantire la continuità dei servizi fondamentali per il lavoro e la didattica a distanza. Le analisi di mercato di questo periodo hanno di conseguenza evidenziato un maggior livello di concorrenza infrastrutturale ed un incremento della qualità dei servizi offerti alla clientela.

L’opportunità più grande per uscire dalla crisi generata dall’emergenza epidemiologica: intelligenza artificiale, big data, nuove tecnologie di connessione. Il pericolo più prossimo: la costituzione o il rafforzamento di posizioni dominanti nei mercati che richiederanno un sempre maggior livello di tutela dell’utenza e della concorrenza.