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2 maggio 2019

Il Parlamento europeo ha dato il suo beneplacito al più grande database europeo che raccoglierà i dati biometrici dei cittadini europei ed extraeuropei

di Annalisa Spedicato

Si chiama CIR che sta per Common Identity Repository e sarà la più grande banca dati di informazioni biometriche dell’Unione Europea, una misura di sicurezza e gestione delle frontiere che consentirà alle forze di polizia e alle autorità di collaborare in modo più intelligente, grazie a sistemi interoperabili, garantendo un accesso efficiente alle informazioni di cui hanno bisogno, anche per combattere le frodi sull’identità.

Il Parlamento europeo, nonostante le critiche mosse da più parti, in relazione alla violazione della privacy dei cittadini e alla riduzione delle libertà civili, ha così approvato nuove norme da cui si partirà per sviluppare le componenti tecniche dei sistemi informatici alla base di CIR. Secondo alcune associazioni no profit, l’Unione Europea, nascondendosi dietro la maschera della maggiore garanzia di sicurezza, sta in realtà trasformandosi in un vero e proprio Big Brother, creando una banca dati centralizzata europea che include tutti i database esistenti e futuri della giustizia e degli affari interni.

Nel comunicato stampa del Parlamento europeo, si legge che "I sistemi coperti dalle nuove norme includeranno il sistema di informazione Schengen, Eurodac, il sistema di informazione visti (VIS) e tre nuovi sistemi: il sistema europeo di casellari giudiziari per cittadini di paesi terzi (ECRIS-TCN), il sistema di ingressi / uscite ( EES) e il Sistema europeo di informazione e autorizzazione di viaggio (ETIAS)".

In verità, pare non ci sia nulla di nuovo, si tratta unicamente di riunire in un'unica banca dati informazioni già in possesso delle autorità pubbliche. Con CIR, l’Unione Europea si pone solo l’obiettivo di identificare facilmente terroristi, criminali e immigrati clandestini.

I sistemi informatici dell’UE attualmente utilizzati nella gestione della sicurezza, delle frontiere e della migrazione, sebbene efficienti, non parlano tra loro e le informazioni vengono archiviate separatamente in sistemi non collegati né interoperabili. Questa situazione crea diversi rischi, primo tra tutti il fatto che terroristi e criminali, che utilizzano identità multiple o false, possono facilmente sottrarsi all’individuazione, mettendo in pericolo la sicurezza interna dell’UE e rendendo più difficile la gestione delle frontiere e dei flussi di migranti.

La nuova banca dati CIR, invece, grazie all’interoperabilità, permetterà un più semplice scambio di informazioni tra gli Stati membri, fornendo alle autorità di polizia la possibilità di accedere ai dati in modo più sistematico e celere; il portale consentirà infatti di effettuare ricerche simultanee, eliminando il complesso screening tra le singole banche dati alla ricerca di informazioni.

CIR raccoglierà più di 150 milioni di dati biometrici di cittadini europei e non, compresi i numeri dei passaporti e le date di nascita per un’identificazione più affidabile; il sistema prevede l’abbinamento biometrico condiviso tra impronte digitali incrociate con le immagini facciali dei diversi sistemi e un rilevatore di identità multiple, che individua se una persona è registrata sotto identità multiple in diversi database.

Parlamento europeo e Consiglio hanno inoltre concordato misure di salvaguardia per proteggere i diritti fondamentali e l’accesso ai dati, anche nel rispetto dei principi e delle norme in materia di trattamento dei dati personali.

Ora il Consiglio europeo dovrà adottare i testi dei due nuovi regolamenti che stabiliscono il quadro per l’interoperabilità dei sistemi di informazione dell’UE per la sicurezza, la gestione delle frontiere e della migrazione. I testi saranno quindi co-firmati dal Presidente del Parlamento europeo e dalla Presidenza a rotazione del Consiglio e pubblicati nella Gazzetta ufficiale per entrare in vigore venti giorni dopo.

 


Annalisa Spedicato

Avvocato esperto in IP, ICT e Privacy