• Privacy -Tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT)

23 luglio 2019

Violazione della privacy: minori spiati da Youtube, multa a Google

di Maria Alessandra Monanni

Google è stata giudicata colpevole di aver violato la privacy di minori con età inferiore ai 13 anni. Nel caso specifico, Youtube (piattaforma controllata da Google) è stata ritenuta responsabile di aver compiuto un’attività illecita nello spiare bambini minori di 13 anni che accedevano e utilizzavano la piattaforma.

In questo modo ha consentito di attuare, tramite la raccolta dei rispettivi dati, un "targeting" commerciale nei loro confronti, così da inviare, via streaming, pubblicità mirate, con l’effettivo rischio di esporli anche a contenuti inappropriati o dannosi.

Tale fatto ha comportato la violazione del Children's Online Privacy Protection Act - la legge COPPA - applicabile alla raccolta online di informazioni personali di utenti con età inferiore ai 13 anni che accedono online, vietando di fatto il tracciamento e il "targeting" commerciale.

Detta legge, entrata in vigore nel 2000, ha subito diverse modifiche per adeguarsi ai cambiamenti insorti proprio a motivo del differente approccio che oggi hanno i minori nei confronti dei social network e dei relativi dispositivi elettronici, per il quale occorrerebbe la supervisione di almeno un genitore e il consenso verificabile dello stesso.

L’indagine del caso di specie è stata compiuta dalla Federal Trade Commission (FTC) - autorità statunitense il cui compito consiste nel tutelare i consumatori - la quale, proprio in virtù di detta gestione illecita di contenuti, ha rimarcato la necessità di aggiornare la normativa che regola la privacy dei bambini online.  

Di conseguenza, nella fattispecie, dopo le segnalazioni di alcuni gruppi per la tutela e la difesa dell’infanzia, la FTC ha accolto il ricorso presentato da più di 20 studi legali e diverse associazioni, comminando a Google una multa, il cui ammontare sarà stabilito dal Dipartimento di giustizia statunitense.

La vicenda si fa strada in un momento in cui le istituzioni e gli utenti sono sempre più attenti ai dati personali e alle modalità di raccolta ed elaborazione degli stessi. In particolare, rispetto ai rapporti tra tecnologia e privacy dei bambini, e la relativa violazione dei dati personali di minori, sono aumentati i controlli delle Autorità regolatrici anche nei confronti di altre imprese che quindi devono essere sottoposte a valutazione.

D’altra parte, però, sembra che le multe comminate sinora non abbiano pesato granché sul fatturato dei grandi colossi del web, non essendo state probabilmente così elevate da spaventarli e spingerli ad essere più ligi nella gestione e nel trattamento dei dati personali dei rispettivi utenti. Infatti, in teoria i dati e le informazioni personali dovrebbero essere di norma tutelate e protette in maniera scrupolosa, invece i fatti dimostrano il contrario.

Come, ad esempio, il caso appena descritto o quello accaduto all’inizio del 2019, in cui sono stati ugualmente violati i dati di utenti minorenni, quando l’App cinese TikTok era stata ritenuta colpevole di avere raccolto dati personali di bambini con età inferiore ai 13 anni, senza alcun consenso, per la cui azione le era stata inflitta una ingente multa di 6 milioni di dollari.

Ci si domanda, quindi, se queste multe in realtà siano da considerarsi troppo basse per il fatturato di questi giganti del web, il cui esborso è visto dagli stessi come irrilevante, rispetto ai guadagni che invece possano generarsi dalla pubblicità sulla base di una "targetizzazione" commerciale.
 


Dott.ssa Maria Alessandra Monanni

Legal Specialist in Proprietà Intellettuale 
Copywriter e Blogger