• Privacy - Sicurezza dei dati

13 luglio 2020

Hong Kong: intercettazioni sulle comunicazioni private

Numerose le critiche indirizzate al Governo per consentire l’intercettazione delle comunicazioni e le richieste di dati personali da parte delle forze di polizia verso i service provider.


A fornire tali poteri alle forze di polizia è la recente legislazione di sicurezza nazionale, la quale consente – a fini di prevenzione del crimine, di atti sovversivi, di interferenze straniere e di attacchi terroristici – anche di condurre ispezioni senza previo mandato dell'autorità giudiziaria sulla proprietà privata.

Svariati esperti hanno sollevato dubbi circa la compatibilità di tale sistema con la garanzia dei diritti fondamentali dei cittadini, in particolare di quello alla privacy, in quanto l’amministrazione avrebbe così la possibilità di bypassare il controllo giudiziario.

L’art. 43 della normativa, in particolare, imporrebbe una vera e propria forma di controllo sociale tale da sottoporre la governance di internet a quanto avviene in Cina grazie alla legge sulla cyber-security, la quale, riconoscendo ai social media admin ed agli operatori una vera e propria responsabilità, alimenta una cultura auto-censoria.

Le applicazioni di messaggistica e video-conferenza Telegram e Zoom hanno già manifestato la propria intenzione di non dare seguito alle richieste di informazioni provenienti dalle forze governative sulla base dell’applicazione della legge di sicurezza nazionale.

In molti, difatti, nutrono dubbi in merito ad una positiva cooperazione da parte dei provider stranieri a fronte di tali richieste, più probabile è che il governo decida di ordinare ai provider locali il blocco all’accesso a tali piattaforme qualora le stesse si mostrino reclutanti a fare quanto richiesto.