5 marzo 2019
Regolazione del settore aereo e condizioni di riprivatizzazione di società di trasporto aereo
di Riccardo Fadiga
La Corte di Giustizia ha stabilito che l’articolo 49 TFUE non osti a che, tra le condizioni di riprivatizzazione di una società di trasporto aereo, siano imposti all’acquirente sia degli oneri di servizio pubblico, sia il mantenimento della sede e della direzione effettiva nello Stato membro interessato.
Lo scorso 27 febbraio la Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CdG) ha pronunciato una sentenza a seguito della rimessione di una questione pregiudiziale sollevata dal Supremo Tribunal Administrativo (Corte amministrativa suprema, Portogallo) nell’ambito di una controversia tra, da un lato, l’Associação Peço a Palavra, un’associazione senza scopo di lucro di diritto portoghese, insieme a quattro persone fisiche di cittadinanza portoghese (congiuntamente, APP e a.) e, dall’altro, il governo portoghese (Governo), vertente sulla validità del decreto con cui quest’ultimo ha approvato il processo di riprivatizzazione di TAP - Transportes Aéreos Postugueses SA (TAP). Era previsto che il ritorno sul mercato di TAP avvenisse tramite la vendita di una quota c.d. "di riferimento" pari al 61% delle azioni della controllante di TAP, la società holding TAP - Transportes Aéreo Portugueses SGPS SA (TAP SGPS). Tra i termini e condizioni di vendita, erano previsti i seguenti obblighi per il potenziale acquirente: (1) l’obbligo di garantire che la sede e la direzione effettiva del gruppo TAP continuino a essere situate in Portogallo; e (2) l’obbligo di assicurare l’adempimento degli oneri di servizio pubblico di cui è gravata TAP "… per quanto concerne i collegamenti aerei tra i principali aeroporti nazionali e delle regioni autonome, ove necessario, nonché la continuità e il rafforzamento delle rotte che servano le regioni autonome, le comunità portoghesi stabilite all’estero e i paesi e comunità di espressione o lingua ufficiale portoghese …".
Il giudice amministrativo portoghese ha dunque sollevato la questione pregiudiziale presso la CdG interrogandola sulla possibilità che tali obblighi, come sostenuto da APP e a., risultino in violazione dei principi della libertà di stabilimento e della libera circolazione dei servizi.
La CdG ha risposto a tali domande, con riferimento al requisito di assicurare l’adempimento degli oneri di servizio pubblico di cui sopra, richiamando il principio secondo cui qualsiasi misura nazionale adottata in un ambito che ha costituito oggetto di un’armonizzazione "esauriente" deve essere valutata alla luce delle disposizioni di tale misura di armonizzazione, piuttosto che del diritto primario, indicando nel regolamento n. 1008/2008 la misura rilevante nel caso di specie. Da tale regolamento risulta che uno Stato membro possa imporre oneri di servizio pubblico su determinate rotte aeree, e segnatamente su quelle che collegano un aeroporto situato nell’Unione e un aeroporto che serve una zona periferica situata sul suo territorio; e che, ricadendo il caso in discorso pienamente in tale fattispecie, per l’effetto, risulti superfluo valutare l’obbligo previsto dal governo portoghese alla luce del diritto primario, risultando tale Regolamento sufficiente a fondarne la liceità.
Diversamente, con riguardo all’obbligo di mantenimento della sede e della direzione effettiva in Portogallo, la CdG ha ritenuto fondata l’allegazione di APP e a. riguardante il carattere restrittivo della libertà di stabilimento. Tuttavia, ha notato la CdG, tale obbligo risulta "... teso ad assicurare la continuità e il rafforzamento delle rotte aeree della TAP che servono paesi terzi che intrattengono particolari legami storici, culturali e sociali con la Repubblica portoghese …". Pertanto secondo la CdG tale obbligo è relativo ad un motivo imperativo di carattere generale, adatto, di conseguenza, a giustificare un ostacolo alla libertà di stabilimento ai sensi dell’articolo 49 TFUE. Ciò in particolare alla luce del fatto che gli accordi bilaterali tra la Repubblica portoghese e alcuni paesi terzi, tra i quali figurano proprio i paesi lusofoni i cui particolari legami storici, culturali e sociali con il Portogallo sono tutelati da tale disposizione, subordinano in alcuni casi i diritti di traffico aereo concessi a TAP al mantenimento del principale centro di attività della TAP in Portogallo. Pertanto, secondo la CdG, l’obbligo previsto dal decreto del Governo portoghese costituisce una misura idonea a soddisfare il motivo imperativo di interesse generale di cui sopra, né risulta eccedere quanto necessario ed è pertanto legittimo.
Dott. Riccardo Fadiga
Freshfields Bruckhaus Deringer LLP
Fonte: http://knowledge.freshfields.com