1 ottobre 2020
Codacons e Chiara Ferragni: chi ha ragione?
di Silvia Di Virgilio
Il Codacons ha denunciato Chiara Ferragni. L’accusa sarebbe quella di blasfemia e offesa al sentimento religioso. L’associazione dei consumatori ha avviato l’azione legale dopo la pubblicazione di un’immagine in cui la Ferragni appare raffigurata come una Madonna. Secondo il Codacons l’immagine “ha generato indignazione e raccapriccio nell’opinione pubblica e sul web”.
Chi è il Codacons
“Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori”, il Codacons è un’associazione senza fini di lucro in difesa dei consumatori e dell’ambiente.
L’associazione per Statuto persegue la tutela, in particolare con il ricorso allo strumento giudiziario, “dei diritti e degli interessi di consumatori ed utenti, … nei confronti dei soggetti pubblici e privati produttori e/o erogatori di beni e servizi …”.
L’Associazione, inoltre, tutela “i diritti e gli interessi individuali e collettivi dei consumatori e degli utenti, nei confronti di qualsiasi soggetto, promuovendo azioni giudiziarie o intervenendo in giudizi civili e penali, attraverso la costituzione di parte civile per il risarcimento del danno derivante dalla lesione di interessi collettivi concernenti le finalità perseguite dall’Associazione”.
L’Associazione tutela “il diritto alla trasparenza, alla corretta gestione e al buon andamento delle pubbliche amministrazioni …” nonché “i consumatori gli utenti contribuenti ed i risparmiatori da ogni forma di frode e di reati che offendono anche: la salute; l’istruzione; l’ambiente; gli animali; i beni storico archeologici e paesaggistici; l’incolumità pubblica; la fede pubblica; l’economia pubblica, l’industria ed il commercio”.
Di cosa è accusata Chiara Ferragni
“Presentiamo un esposto alla Procura della Repubblica e al Ministro dei beni culturali Dario Franceschini affinché intervengano su quella che non è una provocazione, ma una grave mancanza di rispetto per i cristiani, per l’intero mondo religioso e per l’arte in genere – spiega il Codacons – L’immagine che raffigura la Ferragni nei panni di una moderna Madonna con bambino dipinta da Giovanni Battista Salvi detto il Sassoferrato sfrutta la figura della Madonna e la religione a scopo commerciale, essendo noto come la Ferragni sia una vera e propria ‘macchina da soldi’ finalizzata a vendere prodotti, sponsorizzare marchi commerciali e indurre i suoi follower all’acquisto di questo o quel bene”
Al di là della considerazione che non si comprende quale tipo di scopo commerciale si celi dietro questa immagine, il quadro in questione è una rappresentazione sacra di Giovanni Battista Salvi, pittore del ‘600, rielaborata da Francesco Vezzoli per il numero 39/2020 di Vanity Fair che l’artista ha curato personalmente.
L’immagine pubblicata sul settimanale rientra nel progetto che rende omaggio alle donne italiane. Tra le altre compaiono anche Luciana Lamorgese, Maria De Filippi, Emma Bonino e tante altre.
Ed allora perché l’esposto è stato presentato nei confronti di Chiara Ferragni e non, invece, dell’artista che ha realizzato l’opera o il direttore editoriale che si è occupato della pubblicazione?
Chi risponde secondo la legge per la pubblicazione di articoli di giornale
Il direttore responsabile è il giornalista (professionista o pubblicista) che in Italia guida un giornale e risponde di fronte alla legge di tutto ciò che vi viene pubblicato (art. 57 del codice penale). Il direttore rappresenta e impersonifica il giornale.
La figura del direttore responsabile è prevista da diverse leggi (n. 633/1941 sul diritto d’autore; n. 47/1948 sulla stampa; n. 69/1963 sull’ordinamento della professione di giornalista), nell’articolo 57 del Codice penale e nel Contratto nazionale di lavoro giornalistico, che ha forza normativa in virtù del D.P.R. n. 153/1961.
E per la copia di un’opera d’arte?
È possibile copiare, fin nel minimo dettaglio, un’opera d’arte altrui?
Sì quando non la si spacci per autentica: in tali casi si parla di falso d’autore.
Secondo la legge, infatti, il falso d’autore non è reato quando viene riconosciuto come tale. In pratica, occorre dichiarare espressamente all’atto dell’esposizione o della vendita che l’opera non è autentica, attraverso un’annotazione scritta sull’opera o, quando non sia possibile per la natura o le dimensioni della copia o dell’imitazione, mediante dichiarazione rilasciata al momento dell’esposizione o della vendita.
In questo caso, però, non si tratta nemmeno di un falso d’autore in quanto la rappresentazione rientra nelle famose rivisitazioni a cui ci ha abituati Francesco Vezzoli e che nel corso degli anni hanno visto come protagoniste diverse icone e celebrità.
Il precedente
Ricordiamo tutti che in piena pandemia il Codacons aveva già denunciato la coppia Ferragni-Fedez per la raccolta fondi organizzata in favore dell’ospedale San Raffaele di Milano. E anche in quel caso sotto accusa era la funzionalità della piattaforma, non certo la bontà della raccolta fondi.
Ma se il Codacons è così attento al “rispetto per i cristiani, per l’intero mondo religioso e per l’arte in genere”, perchè la stessa attenzione non è stata posta sull’opera “Sacrilegio” sempre di Francesco Vezzoli del 2011 in cui ritraeva Cindy Crawford nell’opera Madonna con Bambino del Mantegna?
Oppure per il video in cui l’artista Achille Lauro interpreta Gesù Cristo nella Pietà di Michelangelo?
Se si parla di blasfemia entrambe le immagini dovrebbero offendere lo spirito cristiano.
Così come altre opere ben più dissacranti hanno scosso il mondo cristiano e sono state anche bersaglio di critiche e censura: “Piss Christ” di Andres Serrano, nel 1987 in cui un piccolo crocefisso di plastica è stato immerso in un bicchiere di vetro contenente l’urina dell’artista oppure “Holy Virgin Mary” dell’artista britannico Chris Ofili, del 1996, realizzata con sterco di elefante.
La verità (secondo me)
L’intento non è quello di difendere Chiara Ferragni che non ne ha bisogno. Nè segnalare le altre opere che sono “sfuggite” all’attenzione del Codacons.
La verità è che l’arte è e deve rimanere libera. Come la satira.
Perché sono espressioni del pensiero e della creatività. E non possono essere oggetto di censura o strumentalizzazione. Mai.
Quindi, forse, si deve dare ragione a chi pensa che lo scopo del Codacons sia quello di farsi pubblicità tramite Chiara Ferragni e il marito Fedez. Che non potranno denunciare il Codacons per blasfemia, ma per sfruttamento parassitario del nome o marchio altrui forse sì.
Avv. Silvia Di Virgilio
Studio legale LexAroundMe