• Tutela dei consumatori - Pratiche scorrette -Tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT)

6 aprile 2018

L'Antitrust italiana apre un procedimento per pratiche commerciali scorrette nei confronti di Facebook

In un Comunicato stampa del 6 aprile 2018 l’AGCM rende noto di aver aperto un procedimento istruttorio nei confronti di Facebook Inc. per presunte pratiche commerciali scorrette.

In particolare Facebook violerebbe gli artt. 20 (divieto delle pratiche commerciali scorrette), 21 (azioni ingannevoli), 22 (omissioni ingannevoli), 24 (pratiche commerciali aggressive) e 25 (ricorso a molestie coercizione o indebito condizionamento), del Codice del Consumo, con due distinte pratiche commerciali scorrette relative:

  1. all’informativa fornita dal professionista in fase di registrazione alla piattaforma Facebook, con riferimento alle modalità di raccolta e utilizzo dei dati dei propri utenti a fini commerciali, incluse le informazioni generate dall’uso da parte dell’utente Facebook di app di società appartenenti al gruppo e dall’accesso a siti web/app di terzi;​​​​​
  2. all’automatica attivazione della piattaforma di scambio dei propri dati da/a terzi operatori per tutte le volte che l’utente accederà o utilizzerà siti web e app di terzi, con validità autorizzativa generale senza alcun consenso da parte dell’utente, con sola facoltà di opt-out. In particolare, l’opzione a disposizione dell’utente di rinunciare o meno a tale modalità risulterebbe preimpostata, tramite spunta nell’apposita casella, sul consenso al trasferimento dei dati.


Come afferma il Presidente dell'AGCM Giovanni Pitruzzella in un servizio su Sky TG24,

"quando noi ci iscriviamo a FB sull’home page di FB troviamo un messaggio: il servizio è gratuito, lo sarà per sempre. Ma il consumatore non è messo in grado di sapere che al contrario lui cede dei dati per i quali ci sarà un uso commerciale, come dimostrano le recenti vicende". 

In sostanza Facebook viene accusato di non informare adeguatamente e immediatamente l’utente, in fase di attivazione dell’account, dell’attività di raccolta e utilizzo, a fini commerciali, dei dati che egli cede.

Inoltre, come si legge nel comunicato,

"Facebook avrebbe esercitato un indebito condizionamento nei confronti dei consumatori registrati, i quali, in cambio dell’utilizzo di Facebook, presterebbero il consenso alla raccolta e all’utilizzo di tutte le informazioni che li riguardano (informazioni del proprio profilo FB, quelle derivanti dall’uso di FB e dalle proprie esperienze su siti e app di terzi), in modo inconsapevole e automatico, tramite un sistema di preselezione del consenso e a mantenere lo status quo per evitare di subire limitazioni nell’utilizzo del servizio in caso di deselezione". 

L'Autorità antitrust, chiamata ad intervenire dalle associazioni di tutela dei consumatori, ritiene che i messaggi su cosa le piattaforme come FB fanno della nostra identità digitale devono essere chiari, precisi e non ingannevoli.

Il caso dei dati personali condivisi da Facebook, che solo in Italia vede il coinvolgimento di oltre 214 mila persone, oltre alla tutela dei consumatori, riguarda anche la tutela della privacy e rende evidente la necessità di predisporre delle nuove regole adeguate ai tempi.
A tal proposito il Garante per la privacy ha chiesto a Facebook più informazioni sugli utenti italiani ed anche l'Autorità per le le Garanzie nelle Comunicazioni ha inviato a Facebook una specifica richiesta di informazioni circa l’impiego di data analytics per finalità di comunicazione politica da parte di soggetti terzi.