La Cassazione ha deciso in merito ad una causa vertente sull'istanza di accesso di un soggetto ai dati personali, che lo riguardavano, detenuti dalla banca, nonché in ordine alla legittimità dell'omesso riscontro della banca alla richiesta di accesso ricevuta. Al vaglio della Suprema Corte le norme eurounitarie (artt. 12 e 15 del GDPR) in materia di diritto di accesso dell'interessato ai dati personali, considerate rilevanti per definire la controversia, e l'individuazione del soggetto onerato della dimostrazione in giudizio della titolarità e del possesso da parte della banca dei dati personali in questione, dovendo stabilire se tale obbligo gravasse sul destinatario dell'istanza di accesso (la banca) o sull'interessato (richiedente), chiamato ad una probatio diabolica.