Oggetto di una recente pronuncia del TAR del Lazio è stato un ricorso avverso una procedura concorsuale per posti vacanti nella Polizia di Stato, che ha reso necessaria l'integrazione del contraddittorio nei confronti dei controinteressati, disposta con notifica per pubblici proclami mediante la pubblicazione sul sito internet del Ministero dell'Interno, insieme alla richiesta di uno dei controinteressati di provvedere al rinnovo dell'atto di integrazione con la cancellazione dei propri dati personali, ritenendo che la pubblicazione degli stessi fosse idonea a determinare «pericoli per sé e per la famiglia». Il giudice ha quindi stabilito se il controinteressato potesse ottenere l’espunzione dei propri dati avvalendosi del c.d. diritto all’oblio disciplinato dall’art. 17, comma 1, lett. a) del Reg. UE 2016/679, tenendo conto che l’oscuramento dei dati richiesto è possibile solo ove ciò sia evidentemente reso necessario da gravi e comprovati motivi.