La Cassazione è stata chiamata ad annullare la sentenza della Corte d'Appello di Ancona che, dichiarata la separazione personale dei coniugi in primo grado, riconosceva l’addebito della separazione al marito per infedeltà coniugale utilizzando in giudizio le chat Telegram e Whatsapp acquisite dal telefono del marito e versate in atti dalla moglie. La Corte ha stabilito se fosse erronea la sentenza impugnata nella parte in cui ha ritenuto non provata l’acquisizione illecita delle conversazioni in virtù di quanto riferito dalla teste, per come appreso dalla moglie, ossia che i coniugi avevano accesso ai rispettivi telefoni.